M. Gesuè 10: Ancora 10. Sì. Perché scommette sulla professionalità e competenza della sua dirigenza dando loro solo un paletto imprescindibile che non si può superare: l’equilibrio dei conti. E in un’epoca come questa in cui fare calcio è difficilissimo (l’esperienza Catania insegna) tiene salda la rotta. Scusate se è poco. Ora si aprirà un’altra fase.
R. De Francesco 8: L’uomo di Gesuè a Campobasso mantiene salde le redini della società quando il patron è assente. C’è sempre quando serve. Più malleabile rispetto al passato.
Colalillo 8: Spesso dietro le quinte ma importante, anzi, importantissimo, diremmo noi addirittura indispensabile per il ruolo che svolge egregiamente, il segretario.
Area media, comunicazione e marketing 9: Se il Campobasso in questi due anni e mezzo è tornato ad essere conosciuto ai più è anche e soprattutto grazie a questo staff di ragazzi professionali, tifosi, ironici che hanno saputo sfruttare al meglio la visibilità dei social.
De Angelis e L. Mandragora 9,5: La coppia Gallina delle uova d’oro si conferma. Con un budget risicato scommettono sulla quasi totale riconferma della squadra e pescano ancora una volta alla grande tra gli under. Michael Liguori è il fiore all’occhiello ma i vari Di Francesco (all’inizio di stagione), Tenkorang (ormai nel mirino di diversi club di B) e Persia (che non è un under ma sembrava un giocatore finito) sono tra i migliori della stagione. Si rifanno alla grande delle critiche eccessive ad inizio anno per la rinuncia ad Esposito e Cogliati.
Allocca 8: Sempre discreto, mai appariscente, eppure importante presenza per la squadra.
Cudini 10: Si inserisce di diritto tra i migliori allenatori della storia del Campobasso per risultati e gioco. In tre anni sfiora prima una promozione (negata soltanto dall’interruzione del campionato) poi stravince un campionato e l’anno successivo, al primo anno tra i prof con un gruppetto di giovani debuttanti e qualche giocatore da rilanciare, si salva tranquillamente senza mai essere (se non in una giornata in coabitazione) nella zona playout. Il suo Campobasso, secondo tutti gli addetti ai lavori tra cui un certo Zeman, è una delle squadre che ha espresso il miglior gioco di tutto il girone C della serie C. Tante le prestazioni di alto livello con la perla della storica vittoria a Bari. Su di lui si dovrebbe fondare un Campobasso che provi a guardare a qualcosa di più grande. Molto probabilmente invece lo vedremo su una panchina di una grande piazza che mira subito alla B.
Staff tecnico e medico 8: Pochissimi gli infortuni muscolari e quei pochi curati in maniera puntuale ed anche veloce. Il Campobasso ha avuto quasi sempre un’ottima condizione atletica e quando c’è stato bisogno di ricaricare le batterie si è sempre ripartiti a mille.
LA SQUADRA
Zamarion 7: Il portiere romano è una dolce scoperta. A metà stagione ruba il posto a Raccichini ma purtroppo si fa subito male. Torna nelle ultime partite di stagione e conferma la buona impressione avuta dopo le sue prime apparizioni.
Raccichini 6: Alti e bassi per il portiere titolare di gran parte della stagione. Alterna durante tutto l’arco del campionato grandi parate ad errori decisivi. Alla fine la sua annata è sufficiente.
Coco sv: Non si vede mai all’opera, salvo i 20′ con il Potenza.
Martino sv: Uno dei ragazzi molisani della squadra si vede pochissimo in questa stagione. A dire il vero l’aspettavamo titolare almeno nell’ultima col Potenza, meritava per la sua professionalità e discrezione.
Sbardella 6,5: Gioca molto di più rispetto alla passata stagione risultando una piacevole sorpresa per la duttilità. Terzino destro, centrale a tre, centrale a due a destra e a sinistra. Occupa praticamente tutti i ruoli difensivi.
Vanzan 5: Spiace l’insufficienza perché è un bravissimo ragazzo ed un professionista esemplare ma purtroppo paga in maniera incredibile il salto di categoria. Il Vanzan stantuffo sulla fascia si trasforma in un Vanzan spesso impaurito e incredibilmente in difficoltà contro gli avversari di turno. Siamo certi però delle sue qualità e che se resterà un altro anno farà sicuramente meglio.
Menna 7: Senza di lui il Campobasso ha ballato. Spesso e parecchio. Pur condizionato da diversi guai fisici in stagione si dimostra elemento imprescindibile per la retroguardia rossoblù.
Dalmazzi 6: All’inizio deve pagare lo scotto del salto di categoria. Gli attaccanti che spesso si mangiava dal punto di vista fisico e che superava in scioltezza tecnicamente ora sono esperti, veloci e spesso anche troppo “cattivi” per un difensore “pulito” come lui. Dopo qualche mese di apprendistato, però, il nostro “The Wall” prende sempre più confidenza con la categoria e capisce che si deve essere anche “sporchi” nel gioco.
Fabriani 5,5: Anche lui paga il passaggio dai dilettanti ai professionisti ma anche lui con il passare dei mesi migliora partita dopo partita. Un anno di esperienza come questo gli farà sicuramente bene.
Magri 5: E’ uno dei pochi in squadra che ha già esperienze in serie C. Sulla carta dovrebbe giocarsi il posto addirittura con Dalmazzi e Menna che a metà stagione in parecchie occasioni deve sostituire. Putroppo il suo apporto non risulta sufficiente. Finisce addirittura ad essere il quarto centrale, superato anche da Sbardella e in alcuni casi Cudini gli preferisce addirittura Bontà.
Pace 8: Incredibile scoperta del duo De Angelis/Mandragora. Parte come riserva di Vanzan e diventa in poche settimane l’elemento di maggior spicco del Campobasso insieme a Liguori. Incredibile la sua spinta sulla sinistra ma soprattutto il suo bagaglio tecnico, degno di un giocatore di categorie superiori. Su di lui il Campobasso potrebbe costruire una squadra che ambisce a traguardi più prestigiosi.
Ladu 5: Pronti-via e si infortuna prima ancora di iniziare il campionato. Probabilmente il problema che gli fa perdere tutta la preparazione estiva ed almeno tre mesi di campionato lo condizionerà per il resto della stagione. Quando torna infatti risulta andare ad un ritmo troppo lento per un torneo di serie C. Finisce nel dimenticatoio. Peccato.
Persia 7,5: L’anno prima era stato un carneade. Non si era mai visto e sembrava il classico giocatore di passaggio. Ma De Angelis e Mandragora avevano creduto in lui. E ci credono ancora. Dopo averlo curato per un anno intero accetta praticamente un contratto in bianco e Cudini, orfano di Ladu, trova quel regista e motorino a centrocampo che gli serviva. Una delle vere e proprie armi decisive per la salvezza del Lupo.
Tenkorang 8: Impressionante per almeno tre quarti di stagione. A tratti straripante. Joshua diventa ben presto titolare nel centrocampo di Cudini riuscendo a far tutto: interdizione, inserimenti e gol. Su di lui ormai gli occhi di diversi club di serie B. Pare addirittura promesso alla Cremonese. Forse tutte queste voci lo destabilizzano un po’ e finisce il campionato più in panchina che in campo. Ma che crescita in due anni e mezzo sotto la gestione Cudini!
Candellori 6,5: Il tuttocampista rossoblù ovviamente non può maramaldeggiare come l’anno scorso. Il suo lavoro in questo campionato è più oscuro, meno sotto i riflettori, ma quando serve lui c’è sempre per Cudini. Da mezz’ala, da trequartista, a volte persino da falso nueve, da quinto di destra.
Bontà 6: Il Capitano di una squadra giovane, inesperta ma piena di voglia di far bene e fedelissima ai dettami del proprio condottiero Cudini ne rappresenta proprio tutto quello appena scritto. Finisce con il record delle ammonizioni spesso dettate da troppa generosità in campo. Non si può negare che però è sempre disponibile. Gioca addirittura alcune partite da centrale difensivo (non sfigurando).
Giunta 5: Parte titolare ad Avellino. Sembra destinato ad un campionato da protagonista ed invece abbastanza velocemente finisce malinconicamente in panchina spodestato dalla fisicità dei vari Persia e Tenkorang.
Nacci 5,5: fa il contrario di Giunta. Gran parte della stagione malinconicamente in panchina e poi nelle ultime giornate si ritaglia un po’ di spazio. Giocatore dai buoni fondamentali tecnici e dall’ottimo tiro ma con i ritmi troppo compassati.
Rossetti 6,5: I primi tre mesi sono da urlo. Segna praticamente solo lui! E che gol! Bellissimi e spesso decisivi. Trascina con le sue marcature il Lupo ed arriva a dicembre con parecchi occhi addosso. Poi, all’improvviso, sembra spegnersi la luce. Complice anche un infortunio non si vede più il Rossetti del 2021 e finisce la stagione non bene tra rigori sbagliati e qualche panchina di troppo. Il campionato nel complesso però resta più che sufficiente.
Vitali 5,5: Metà anno per uno dei cocchi del pubblico rossoblù. Paga anche lui lo scotto del salto di categoria anche se quando viene schierato ce la mette sempre tutto. Saluta Campobasso a gennaio nello scambio con Merkaj con il Foggia. Alla fine fanno male entrambi ma almeno il Lupo ci ha guadagnato a livello economico.
Di Francesco 6: si dimostra uno degli acquisti più azzeccati effettuati da De Angelis e Mandragora. Sembra nettamente il migliore tra i giovani attaccanti rossoblù. Tutto questo fino a dicembre. Poi arriva un brutto infortunio muscolare. Di Francesco cerca di forzare i tempi ma ha una brutta ricaduta che gli fa perdere altri due mesi. Da quel momento non si riprenderà più, forse ancora condizionato da quel doppio brutto infortunio. Peccato.
Liguori 9: Incredibile! Incredibile l’esplosione di questo ragazzo! Dopo un girone di andata sufficiente ma senza particolari acuti Michael nel ritorno si scatena: 11 gol, 7 assist, prestazioni stupende contro difese affermate e di categoria superiore. La tripletta di Bari è la svolta della sua carriera. Attaccante esterno che ha un futuro luminoso davanti a lui. Chissà se proverà a spiccare il volo insieme al Lupo. Più probabile lo si veda in altre più gloriose (ed ambiziose) piazze.
Merkaj 5,5: Arriva a gennaio al posto di Vitali, per il quale la gente di Campobasso nutre molto affetto. Merkaj inizia anche benino ma pian piano si sgonfia finendo anche lui la stagione in panchina. Ha il principale merito di portare, anche se indirettamente, liquidi importanti nelle casse rossoblù.
Emmausso 5,5: Tutti i tifosi rimpiangono Esposito e quindi per Emmausso le aspettative sono alte visto quello che aveva combinato l’estroso giocatore di San Martino l’anno scorso. Il talento di Scampia però non parte bene, anzi, decisamente male, ed alcune incomprensioni con il pubblico non aiutano di certo. Arriva a gennaio come il classico capro espiatorio da sacrificare sul mercato. Emmausso invece resta e la sua seconda parte di stagione è nettamente migliore. Il numero 10 segna alcuni gol importanti, si riprende la titolarità e fa pace anche con il pubblico. Resta dunque il ricordo di una buona seconda parte di stagione ma il bilancio generale non può essere comunque sufficiente.
Don Bolsius 6: L’olandese arriva in punta di piedi a gennaio. In pochi lo conoscono, in pochi altri ancora pensano possa dare chissà quale svolta. In effetti per lunghi tratti del girone di ritorno è confinato in panchina. Poi, negli ultimi tre/quattro match Cudini lo rispolvera e le prestazioni sono tutt’altro che negative impreziosite anche da 3 gol.
TIFOSI ROSSOBLU’ 9: A fine campionato scorso, quello vittorioso di serie D, il timore di sfide importanti sugli spalti come Palermo, Catania, Bari, Avellino e Catanzaro ci facevano piccoli piccoli stante anche qualche incomprensione tra i vari gruppi organizzati della Curva Nord Michele Scorrano. E invece, sempre presenti, ovunque! 12.672 chilometri d’amore solo per te, recitava lo striscione esposto contro il Potenza. Semplicemente grandi! Settore ospite spesso e volentieri sold out: 650 a Bari! Complimenti da tutti, Foggia compresa… E poi, oltre alle nottate verso la Sicilia, i campi di Picerno (2 volte), Monterosi e Vibo Valentia, vere new entry dove la “pezza” rossoblù è stata sempre presente, anche quando la classifica lasciava poco spazio all’ottimismo. Unico neo, a detta di tutti, la posizione nell’anello inferiore della Curva, dovuta anche alla persistente presenza delle reti che diminuiscono la capienza di quella superiore… Speriamo spariscano presto ed il 10 in pagella arriverà!
Giorgio Carlozzi Mascione