Prenderà il via domani, lunedì 7 novembre, in Corte d’Assise a Santa Maria Capua Vetere la fase dibattimentale del maxi processo relativo ai presunti pestaggi subiti da circa 300 detenuti nel Reparto Nilo della locale casa circondariale all’indomani di una rivolta interna alla quale, appunto, seguì in risposta una perquisizione straordinaria di altrettanti uomini di forza di polizia.
All’interno dei 600 metri quadri di aula costruita in tempo record, che aprirà i battenti per la prima volta proprio per ospitare una mole di persone impressionante tra imputati, agenti, funzionari dell’amministrazione penitenziaria, medici e legali, siederà anche l’avvocato del Foro di Campobasso Stefania Demichele, sempre sensibile e disponibile a difendere i diritti dei soggetti più fragili, la quale è stata nominata di fiducia difensore di due dei detenuti all’epoca all’interno del carcere casertano (nel frattempo trasferiti altrove) ai quali dovrà tentare di dare giustizia sui presunti “maltrattamenti e lesioni” subite. Si prospetta un processo lungo e difficile al termine del quale i giudici dovranno scrivere la parola fine su uno dei tanti capitoli bui riguardanti il mondo dei penitenziari e dei diritti e doveri che tutte le parti che lo compongono sono chiamate a rispettare.
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Nell’aula bunker del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la stessa del maxi-processo “Spartacus” contro la camorra casalese, inizia il processo che vede imputate 105 persone per i pestaggi subiti dai detenuti del carcere. L’avvocato Stefania De Michele difende due dei detenuti vittime di violenza: “Stanno già pagando per i loro reati, non esiste che debbano essere ulteriormente sottoposti a violenze e discriminazioni.”