“Ho visto i lupi volare”, vent’anni di ricordi del grande Campobasso nel libro di Giovanni Di Tota

Poco più di un’ora di piacevoli ricordi, emozioni vissute e rivissute in quel preciso momento all’interno dell’auditorium ex Gil di via Milano a Campobasso, alla presenza di numerosi protagonisti dell’epoca e dell’attuale felice periodo della squadra rossoblù.

Giovanni Di Tota, incalzato dalla collega Sabrina Varriano, ha intrattenuto la platea di amici e addetti ai lavori spiegando i motivi che l’hanno spinto a mettere nero su bianco la sua vita da “Ultras” nel ventennio di gloria del calcio cittadino: dagli anni ’70 alla storica promozione in serie B «la cui ufficialità mi arrivò attraverso il mio Preside, Luigi Biscardi, il quale il 2 giugno 1982 mi convocò da lui (lo aveva fatto tante altre volte) questa volta per darmi una splendida notizia: siamo in B!».

“Ho visto i lupi volare”, un excursus di aneddoti riguardanti il calcio del capoluogo snocciolati sulle 244 pagine per i tipi della Creativin edizioni, legati a doppio filo alla quotidianità di una città tranquilla, dove lo scorrere del tempo non era quello di oggi: «Un tempo per sapere i risultati delle altre squadre si faceva capannello sul corso, davanti al Bar Centrale, dove una persona incaricata affiggeva un foglio di carta con l’esito delle partite e la relativa classifica». Aneddoti che ricordano anche momenti bui legati al pallone, come la famigerata sparatoria dopo “la partita delle partite” contro la Cavese, ma che fanno parte della storia come quelli legati alle vittorie.

Un amore a prima vista per i colori sociali, quello di Giovanni Di Tota, che negli anni ’70 segue per la prima volta il papà a vedere una partita del Campobasso, al vecchio Romagnoli, allora “nero” per la carbonella. «Da allora la mia vita si è legata per sempre alle gesta dei rossoblù. Con la nascita del Commando Ultra’ Campobasso 1981 suonavo il tamburo e il gruppo era composto da…» e giù nomi di persone dell’attuale società campobassana: Pierpaolo Nagni, Mauro De Nigris, Pasquale Andreola, Antonio Pastò, Ettore Napoleone, Michele Durante, Maurizio Calardo, Giuliana Frattura e tanti altri.

La sua scrittura fa rivivere in maniera vivida la potenza e il valore della squadra che ha avuto il grandissimo merito di aver fatto uscire Campobasso e il Molise dall’anonimato del tempo, «che ha regalato emozioni nazionali e bellissime speranze». Alla domanda sul perché, da giornalista televisivo e di carta stampata di lunga data, non abbia abbracciato il settore sportivo la risposta non poteva che essere una sola: «Non sarei riuscito neanche lontanamente ad essere obiettivo. Per me il rigore è rigore, non quando arbitro fischia…».

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