La questione urbanistica è da sempre tema spinoso per le pubbliche amministrazioni, ma contrariamente a quanto si possa pensare le difficoltà non sono di natura tecnica ma squisitamente politica perché sono tanti e forse molto elevati gli interessi anche economici che si muovono. La nostra pianificazione territoriale e gli strumenti che la governano ormai hanno spento le 46 candeline e diverse sono le amministrazioni che si sono arenate sui progetti di rinnovo del PRG, forse perché nell’assenza di regole si possono concedere molte “concessioni” ovvero agevolazioni.
Questa amministrazione poi ha perso il treno più importante ovvero quello di avviare una vera e propria variante di piano attraverso gli strumenti della legge, cosiddetta, sul piano casa che grazie all’art. 3ter permetteva di attuare un vero e proprio piano di recupero delle contrade cittadine. Questa amministrazione, per la verità, non ha nessuna attenuante considerato che sin dal maggio del 2015, con i dovuti documenti amministrativi, presentati anche tramite gli organi di informazione, la Coalizione Civica ha messo in guardia l’assessore ed il sindaco in merito a questa opportunità importante per la nostra comunità. Dopo tanto clamore, annunci e promesse, l’assessore è riuscito a presentare l’unica proposta in grado di scontentare tutti. Cittadini, imprese, professionisti ed operatori economici. Le uniche figure professionali che ringraziano l’Assessore Chierchia sono gli avvocati che saranno sommersi di lavoro per via dei probabili ricorsi al TAR mossi dai cittadini danneggiati avverso il Comune di Campobasso. (Ad oggi, sull’art. 14, due commissariamenti sono stati già decretati).
Procedendo con Ordine questa Amministrazione infila nell’ordine i seguenti risultati:
1. Cassa l’art.14 della vecchia legge piano casa impedendo ai cittadini di edificare sui propri terreni secondo norme straordinarie consentite dalla legge. In poche parole, interpretando male la normativa vigente fino al 31/12/2014, confonde regime straordinario e regime ordinario, interpreta in maniera retroattiva una norma transitoria, e impedisce la realizzazione di circa una dozzina di villette sparse su tutto il territorio comunale, favorendo, invece, in piena zona agricola, la realizzazione di vere e proprie palazzine di oltre 6 piani!
2. Ovviamente su tale questione l’amministrazione viene commissariata sui primi due casi discussi al TAR. Contestualmente comunica agli altri richiedenti, che l’Amministrazione si attiene ad un atto di indirizzo del Consiglio Comunale, oltretutto già espressosi in materia, che si determina, però, con forte ritardo.
3. Sempre l’Amministrazione, con Delibera di C.C. n° 2 del 26 Febbraio 2016 dal Titolo “Legge Regionale n° 7/2015 art. 3 TER e s.i.m. Aggiornamento ed integrazione della Perimetrazione degli insediamenti abusivi”, porta in esame l’art. 3 ter della nuova legge piano casa e riesce a modificare arbitrariamente i perimetri della zona Lucarino sanciti da un commissario, determinando nuove zone, escludendone delle altre, ma soprattutto, operando senza procedere nel percorso di trasparenza e pubblicità imposto per le Varianti di Piano. Le osservazioni infatti avanzate in Commissione Urbanistica hanno riguardato aspetti relativi a:
a) FORMA
b) SOSTANZA
Per ciò che concerne la forma, abbiamo, con tutte le nostre forze, evidenziato il fatto che lo strumento deliberativo intrapreso è da intendersi come una vera e propria VARIANTE URBANISTICA perché si procede a modificare le perimetrazioni previste attraverso un riallineamento catastale che include nuove aree e nuovi immobili. Se pur la superficie rettificata viene ridotta, la previsione urbanistica si modifica da agricola a residenziale e viceversa. Non solo!!! I pareri degli Enti territorialmente competenti, che non vengono riportati nell’atto deliberativo, il Consiglio Comunale si riserva di acquisirli nella fase di pubblicazione. Cosa questa che imporrebbe al Consiglio Comunale di autodeterminarsi di nuovo, nel caso in cui i succitati pareri fossero negativi. Altro elemento formale poco chiaro è il fatto che nella Delibera in esame, viene detto che l’atto non necessita di parere di regolarità contabile. Per la verità, andando ad apportare un riallineamento, se le aree della perimetrazione si riducono, anche gli introiti inerenti l’IMU subiscono un calo relativamente alle previsioni di bilancio. Per queste motivazioni non abbiamo inteso prendere parte al voto della delibera di C.C. n° 2 del 26 Febbraio 2016, perché formalmente e strutturalmente viziata. Ogni nostro intervento in Consiglio sarebbe stato complice di un atto che non riconosciamo corretto nell’impostazione metodologica, oltre che nel merito.
Per ciò che concerne la sostanza, infatti, abbiamo evidenziato nelle sedi preposte diverse incongruenze di contenuto che la delibera presenta:
i. Innanzitutto l’atto ignora completamente le prescrizione che nel 2011 la Regione Molise aveva sollevato all’ufficio tecnico del Comune di Campobasso in merito alla NTA da attuare all’interno dell’area Lucarino.
ii. Impone ai cittadini un lotto minimo di 10000 mq determinando di fatto un’inedificabilità dei suoli, ma chiedendo ai cittadini di pagare l’IMU sui terreni.
iii. A chi ha conservato le aree libere da interventi edilizi di fatto impone un esproprio, in quanto azzera gli indici dei lotti per sanare le lottizzazione eseguite da altri.
iv. Concepisce nella peggiore delle ipotesi il lotto virtuale, ovvero permette la compravendita incontrollata di lotti già edificati determinando ulteriori e dubbie rendite di posizione.
v. Nel riallineamento vengono inclusi lotti liberi ed immobili non condonati.
vi. Il riallineamento così previsto assume un carattere soggettivo che va a favorire alcuni ambiti.
Per diritto di cronaca, nel mese di Gennaio u.s., i Consiglieri Comunali della Coalizione Civica hanno protocollato all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale di Campobasso una proposta di delibera che andava non solo a sanare le incongruenze formali e sostanziali della Deliberazione di C.C. n° 2 del 26/02/2016, ma definiva una filosofia di fondo diversa rispetto alle linee errate della deliberazione approvata. Per la scadenza dei termini previsti dalla Regione, la proposta di iniziativa consiliare di fatto è decaduta senza essere presa in esame dal Consiglio Comunale.
I Consiglieri Comunali della Coalizione Civica e di Forza Italia