«Sanità al collasso? Colpa di anni di politiche sbagliate», l’intervento di Italo Di Sabato a Radio Ondarossa

Intervento radiofonico sulla romana Radio Ondarossa, ieri mattina, di Italo Di Sabato, ex consigliere regionale e membro della Casa del Popolo di Campobasso, per discutere della situazione sanitaria molisana alla luce delle criticità che man mano stanno emergendo nel nostro sistema regionale come confermato dall’ultimo monitoraggio della fondazione Gimbe, che rivela che il Molise è la regione con il più alto incremento di contagi Covid.

«La situazione è veramente delicata, almeno per alcuni territori come il basso Molise, ma oggi preoccupa anche la situazione in alto Molise. – afferma Di Sabato nel suo intervento – Una situazione che, come viene evidenziato altrove, fa emergere il collasso totale del nostro sistema sanitario: stiamo sperimentando cosa significano decenni di progressiva trasformazione della salute da diritto a merce; il commissariamento delle politiche sanitarie: drastici tagli alla spesa, al personale, e gestione aziendalistica della cosa pubblica da parte dei privati. Una situazione molto molto difficile in cui gli ospedali pubblici negli ultimi piani sanitari sono stati totalmente ridimensionati: nessuno più di primo, secondo e terzo livello. L’unico rimasto è a Campobasso dove per curare i malati affetti da Covid ha dovuto avere anche una deroga a marzo. Abbiamo gli altri ospedali totalmente ridimensionati e oggi a fronte della situazione critica che stiamo vivendo, gli ospedali sono pieni.

Inoltre dobbiamo calcolare che la situazione è difficile almeno dal mese di novembre, sottostimata e con invio di dati errati, credo, da parte del commissario ad acta e dall’Asrem al Ministero. Si contavano i numeri di posti di terapia intensiva comprendendo quelli delle strutture private che non sono mai stati messi a disposizione per i malati Covid per cui risultava un numero complessivo diverso da quello reale. Qualcosa di pericoloso e sbagliato i cui nefasti risultati stiamo vedendo oggi.

Poi c’è una difficoltà sostanziale, mai evidenziata: – continua Di Sabato nell’intervista – la distruzione totale della medicina sul territorio. Il Molise conta meno di 300mila abitanti, un territorio fatto di piccoli comuni: su 136 la maggioranza è al di sotto dei 2000 abitanti. Molti di questi non hanno più neanche il medico di base, con popolazione perlopiù composta da anziani. Si può capire bene perché aumenta l’ospedalizzazione e perché gli ospedali sono al collasso: non c’è, purtroppo, solo chi ha bisogno di curare il Covid».

La Regione ha chiesto l’intervento dell’Esercito per la costruzione di ospedali da campo… «E’ stato sollecitato l’arrivo dell’Esercito per costruire ospedali da campo, peraltro già installato anche dalla Croce rossa a Termoli. Inoltre mi preme sottolineare che in questo momento non c’è nessun blocco delle attività produttive, un fatto molto grave perché tra il nucleo industriale di Termoli e quello del basso Abruzzo, ad Atessa, ogni giorno almeno 30mila persone sono costrette a recarsi a lavoro con mezzi pubblici e privati, in ogni caso a rischio. Sono più di 100 i lavoratori che hanno contratto il virus ed infettato a catena i propri familiari. Su questo tema una totale assenza degli organi preposti ad intervenire, penso al Governatore ed al Prefetto che continuano a non agire nonostante la crescita impietosa dei numeri. Il Molise è zona arancione ( da lunedì rossa, ndr.) ma con alcune zone rosse al suo interno come il basso Molise dove ricadono i maggiori insediamenti produttivi. Insomma, un cittadino non può andare a trovare un parente ultra 80enne ma può recarsi a lavoro o nelle seconde case regolarmente.

Poi in questo momento di collasso delle strutture ospedaliere pubbliche – tuona Di Sabato – non capisco perché non si faccia ricorso alla requisizione di posti letto ai privati. Attualmente il Molise ha 891 posti letto di cui 534 per ospedali pubblici e 357 privati, il 40% quindi è per accreditamento a strutture private. Sarebbe opportuno requisire le strutture private per metterle a disposizione della sanità pubblica, non solo quella colpita dal Covid ma anche da tutte le altre patologie. Quei 357 posti letto sono stati destinati e pagati ai privati: penso ad una clinica che riceve più di 30 milioni di euro l’anno. Così sul territorio basso molisano, composto da circa 120mila abitanti, è in funzione una sola Usca. Una settimana fa una mozione consiliare è stata approvata al fine di potenziare e mettere a regime almeno altri 5 centri Unità speciali di continuità assistenziale, cosa che ancora non è stata messa in pratica per cui quel territorio oggi è fortemente a repentaglio».

In Molise la sanità è commissariata da anni… «Il Molise insieme alla Calabria è commissariato dal 2009 perché in deficit e debito sanitario. Dal 2009 vi sono Commissari: dapprima Michele Iorio poi Paolo di Laura Frattura (entrambi Governatori) e dal 2013 per volere del M5S, Angelo Giustini e Ida Grossi Grossi. Questo commissariamento non ha assolutamente ridotto il deficit sanitario ma prodotto tagli alla medicina del territorio, ai posti letto, ridimensionando gli ospedali pubblici, senza pensare al turn-over: oggi la sanità è al collasso anche per la mancanza di personale medico, paramedico, Os; le uniche assunzioni fatte in emergenza Covid risalgono a fine marzo 2020, peraltro a partita Iva. La gestione commissariale del centrodestra è stata pressoché clientelare, devastando il territorio in un’ottica ospedale-centrica. Quella del centrosinistra, meramente ragionieristica, fatta di tagli verticali di cui oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti. I debiti non sono stati ridotti e i servizi restano inadeguati. Le politiche neoliberiste hanno trasformato la salute da diritto a merce.

Bisogna mettere mano al disastro delle politiche sanitarie di questi anni  – continua Di Sabato – anche perché con le pandemie credo che dovremo cominciare a convivere da qui in avanti. La sanità deve tornare a rappresentare un diritto per i cittadini. E’ su questo che si basa la democrazia ed il vivere comune. I lavoratori vivono nel terrore: c’è un’azione intrapresa da settimane dall’Usb e dall’Osa ma purtroppo i sindacati maggiori, asserviti e inginocchiati a Fiat e Confindustria, continuano a sostenere che in fabbrica si lavora in sicurezza».

Capitolo scuola e trasporti: «Le scuole in zona rossa sono chiuse per cui in Dad. Anche loro hanno rappresentato un problema perché uno dei cluster verificatosi in basso Molise è quello di Palata, un paese di circa 1.300 abitanti dove sono venuti fuori 43 positivi di cui 38 provenienti dall’istituto scolastico: studenti e personale con relativi familiari. Il trasporto pubblico è una faccenda complicata perché mostra tutte le carenze di questi anni soprattutto in questo momento per i lavoratori. Una situazione difficile dove nonostante i posti ridotti per le norme anti-covid ci sono situazioni nelle ore di punta dove gli autobus sono pieni di lavoratori.

Mi preme sottolineare infine  anche la precarietà del piano vaccinale attuale: nei piccoli comuni – chiude – sarà molto difficile per la maggior parte della popolazione composta da anziani, senza la medicina sul territorio, raggiungere il centro vaccini, distante anche diversi chilometri. Sarebbe opportuno coinvolgere i medici di base o le guardie mediche per avere più facile accessibilità al vaccino da parte di tutti».

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: