Neanche uno sceneggiatore dalla mano felice e dalla fervida fantasia avrebbe potuto prevedere lo scenario di domani. Campobasso e Termoli di fronte a distanza di più di nove anni dall’ultima volta a Selvapiana (14 gennaio 2015, 2-1 con rimonta rossoblù suggellata da un autogol di Fuschi, dopo il pari di Todino, in risposta al rigore di Dimatera), con la mente sgombra e solo voglia di festeggiare.
Il lupo torna in serie C meno di due anni dopo dalla dolorosa e mai digerita (nel merito e nella modalità) esclusione del 2022. Per la città di Campobasso sarà il 17esimo torneo in serie C, undicesimo al terzo livello del calcio italiano. Sette tra C e C1 tra il 75 e l’82, due tra l’87 e l’89, più quello di due anni fa. Gli adriatici, dal canto loro, si sono meritatamente guadagnati la 23^ partecipazione alla serie D, terza di fila, con un girone di ritorno da grande squadra (terza, dopo lo stesso Campobasso e L’Aquila), dopo il drammatico playout della scorsa stagione contro la Vastese.
Molise in festa, dunque, anche con Isernia di nuovo in D, e poco importa che la denominazione sia chilometrica: Polisportiva Isernia San Leucio. Anche l’altro capoluogo è tornato, dopo varie peripezie e la sfortunata stagione passata, quando l’ambizioso club pentro, con già la “tavola apparecchiata”, si ritrovò tra i piedi il “nuovo” Campobasso 1919 cui però rese la vita difficilissima sino alla fine.
W il Molise, dunque, e che festa sia. Una festa a senso unico, senza tifosi residenti nel comune di Termoli. Curioso che tra questi ve ne sia anche uno di comprovata fede rossoblù, che di primavere ne ha messe insieme parecchie. Parliamo di Tonino De Cesare, già autore nel ’76 del libro “Unione Sportiva Campobasso”, penna brillante e graffiante, che, come tanti aveva giurato di “non seguire più” ma poi si è fatto trascinare dall’entusiasmo di Rizzetta e soci, e naturalmente è stato coinvolto, anche nella celeberrima trasferta-esodo di San Benedetto.
Campobasso-Termoli, dunque, derby nel segno di Molinari, a nove anni dalla scomparsa (1 maggio 2015), con lo stadio da lui voluto e che gli è stato intitolato di recente a futura memoria. Nel segno di Vincenzo Cosco, anche per lui ricorrerà in questi giorni il nono anniversario. Cosco quadruplo ex. Giocatore ed allenatore di entrambe le squadre, a Termoli ha vinto in entrambi i ruoli, nel capoluogo non ha vinto trofei, ma ha conquistato tutti con le sue qualità, umane ancor prima che tecniche ed il suo ricordo è ancora vivo, come succede ai “grandi”.
Precedenti a Campobasso. Sono diversi, e non è il caso di scomodare “sanguinose” battaglie, ufficialmente “amichevoli” negli anni 30. Le due squadre si trovano in Coppa Italia (girone a 3 con la Pro Vasto) nel settembre 1974, 3-0 per il Campobasso (Codognato e doppietta di Lino Villa, che ad ottobre andrà a Cosenza). Qualche mese dopo, davanti a 7 mila spettatori (più o meno come domani), il 16 marzo 1975 finisce 2-1, con un autogol di Ascatigno e Medeot che premiano i rossoblù di Balleri, messi in ambasce dalla rete di Azzone ad una manciata di minuti dalla fine. Dopo 19 anni, il 20 febbraio 1994, nel “Cnd” finisce 3-1, con rimonta del “lupo” con una doppietta di Ciccio Messina e Shllaku, inutile il gol di Fiaschi per il Termoli.
Sabato 22 aprile 1995, dramma rossoblù, col Termoli che vince 2-0 (Iacovone e Manzi) e dà uno spintone quasi decisivo ai rivali verso la retrocessione, poi scongiurata da un ripescaggio. Pochi mesi dopo la rivincita: il Campobasso di Johnny Di Stefano, lanciato verso… la serie A nel 2000 (si scherza, ovvio), va sotto ancora con Manzi, ma reagisce e pareggia con Chiarella, prima di usufruire di un autogol di Ponsanesi. Curioso che ben tre siano state nella storia le autoreti pro Campobasso, compresa quella già descritta del 2015.
Stefano Castellitto