Scrivono a tutte le autorità competenti le associazioni ambientaliste molisane per quel che concerne «… la crescita di capannoni di allevamenti intensivi avicoli in tutta la Valle del Tammaro…». Di seguito la lettera inviata:
- Al Presidente della Regione Molise, ing. Francesco Roberti.
- Alla Responsabile Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio del Molise, dott.ssa Dora Catalano.
- Al Direttore Generale Azienda Sanitaria Regione Molise (A.S.R.E.M.), dott. Giovanni Di Santo.
- Ai Direttore Generale ARPA Molise, dott. Alberto Manfredi Selvaggi.
- Al Responsabile del Nucleo Operativo dei Carabinieri Tutela Ambientale e Transizione Ecologica di Campobasso
- Ai Sigg.ri Sindaci dei Comuni di: Cercemaggiore, Sepino, San Giuliano del Sannio, Guardiaregia, Cercepiccola, Vinchiaturo.
- Al Ministro della Salute, dott. Orazio Schillaci.
- Al Direttore Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, dott. Pierdavide Lecchini.
- Al Ministro della Cultura, dott. Gennaro Sangiuliano.
- Alla Ministra del Turismo, dott.ssa Daniela Santanchè.
- Al Ministro dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, dott. Francesco Lollobrigida.
«L’improvvisa ed incontrollata crescita di capannoni di allevamenti intensivi avicoli in tutta la Valle del Tammaro, dove si ammassano diversi milioni di polli, sta procurando notevoli preoccupazioni ai cittadini.
Durante un pubblico convegno tenutosi il 31 Agosto 2023 sul futuro del Parco Archeologico Nazionale di Sepino, molteplici interventi hanno sottolineato l’incredibile coesistenza di capannoni nelle vicinanze del sito archeologico che hanno cagionato intollerabili e nauseabondi odori ai visitatori e agli spettatori durante gli eventi estivi nel Teatro Romano. Anche il paese di Sepino e quelli circostanti, da qualche tempo, non sono risparmiati da folate maleodoranti di aria malsana. Ci , costituisce un segnale di grave pericolo sanitario: i gas prodotti dalla pollina sono rappresentati da ammoniaca, idrogeno solforato, metano, biossido di carbonio e composti volatili organici. Alcune di queste sostanze restano nell’atmosfera per giorni e possono essere trasportate a decine di chilometri di distanza.
L’ammoniaca rilasciata nell’atmosfera, reagendo con altre particelle come ossido di azoto e zolfo, promuove la formazione di polveri sottili, il cosiddetto “particolato” più noto come PM 10 e del PM 2,5.
Si rifletta, dunque, se sia ragionevole continuare a consentire l’indiscriminato proliferare di allevamenti intensivi che pregiudicano in modo irreversibile ogni possibile sviluppo turistico in un’area dalle enormi potenzialità archeologiche, naturalistiche e di sorgenti oligo minerali. Nella Valle del Tammaro, che in tanti già chiamano con ironica amarezza “Valle dei Polli”, si sta creando un esteso “distretto avicolo intensivo” con caratteristiche più “industriali” che “agricole”. La crescita improvvisa e incontrollata di tale “distretto”, è stata incentivata dalle grandi aziende alimentari costrette, da leggi regionali più rigorose e dalle proteste di popolazioni più attente (EmiliaRomagna, Marche, ecc…), a migrare ed aggredire territori più permissivi e meno regolamentati. Questa dinamica, in assenza di normative locali e controlli più rigorosi (su allevamenti, smaltimento pollina e carcasse polli morti, controllo della qualità ambientale dell’aria che sta visibilmente deteriorandosi, ecc…) sta cagionando danni irreversibili per lo sviluppo turistico, per l’ecosistema ed infine, ma non ultimo, per l’inquinamento delle falde acquifere, una delle più note ricchezze del territorio Matesino che sta irrimediabilmente deteriorandosi.
Ciò premesso chiediamo:
- alla Soprintendenza di evitare la concessione di ulteriori autorizzazioni nelle aree circostanti ai siti archeologici di: Saipins/Terravecchia, del Tempio del IV Secolo a.c. di San Pietro in Cantoni, di Saepinum/Altilia, della Villa dei Neratii, dei siti sanniti del Santuario di Monteverde e di Monte Saraceno.
- alla Regione di dichiarare, ex art. 3 punto 4 Decreto 30/5/2023, l’intero territorio di Sepino e dei Comuni della Valle del Tammaro di seguito indicati, “Zona A ad alto rischio” sussistendo le condizioni previste dall’allegato B del citato decreto; di adottare, altresì, ogni provvedimento idoneo ad arrestare l’ulteriore crescita del distretto avicolo intensivo che sta pregiudicando il sano sviluppo economico e turistico del territorio.
- all’ ARPA ed all’ASREM di valutare con attenzione ogni autorizzazione, stante il contesto creatosi, ed essere vigili nei controlli sull’intero distretto avicolo intensivo per prevenire, nell’interesse di tutti, fenomeni epidemiologici che hanno costretto altre regioni ad interventi legislativi e di ordine pubblico ed igiene.
- ai Comuni di Cercemaggiore, Sepino, San Giuliano del Sannio, Guardiaregia, Vinchiaturo e Cercepiccola di aggiornare al più presto i Piani Urbanistici oltremodo obsoleti, ed evitare, altresì, in ogni modo autorizzazioni per la costruzione di nuovi capannoni avicoli intensivi per non cagionare ulteriori danni al nostro territorio sotto ogni profilo (sanitario, paesaggistico, ambientale).
- ITALIA NOSTRA-CAMPOBASSO
- ITALIA NOSTRA-SEZIONE MATESE ALTO TAMMARO
- WWF O.A. MOLISE
- LEGAMBIENTE MOLISE A.P.S
- C.A.I.-CLUB ALPINO ITALIANO SEZIONE DI CAMPOBASSO
- APS-ETS
- LIPU MOLISE
- SIPBC ONLUS-MOLISE – Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali
- SEPINO NEL CUORE A.P.S.
- MOLISE CITTÀ IDEALE A.P.S.
- ASSOCIAZIONE CULTURALE TOGO BOZZI