Salvatore Sava in difesa del barocco, le sue sculture in mostra al Monastero degli Olivetani di Lecce

Sava, Follie barocche, 2Il percorso di ricerca dello scultore salentino Salvatore Sava (è nato nel 1966 a Surbo, Lecce, dove vive e lavora) si sviluppa ormai dal lontano 1983, quando comincia ad imporsi all’attenzione della critica più avveduta con le sue prime mostre personali, in un percorso coerente e rigoroso che si incentra su una libera e fantasiosa aggregazione di materiali di recupero, soprattutto ferro e pietre, e su una continua messa in discussione degli statuti linguistici della scultura che registrò anche nel nostro paese il transito tra gli anni, anni Cinquanta e Sessanta, anni di forte fermento innovativo. A partire proprio dalla serie “Tramontana” (intorno al 1998) si apre per Sava una fase creativa assai fertile, in cui l’attenzione nell’assemblaggio dei materiali è tutta rivolta all’invenzione “puramente” formale; che continua nella produzione più recente, popolata da strutture con aeree ramificazioni, dotate di grande levità e grazia, che sembrano tentare le forme nella ricerca di innumerevoli equilibri possibili. Ottenute usando cemento e pietra e con la saldatura di elementi in ferro, le ultime creazioni si offrono allusivamente ad una lettura che disvela inquietudini e speranze – legate ai problemi dell’ambiente, molto sentiti dall’artista – proprie (purtroppo) del nostro tempo.

Salvatore Sava -SASSO DEL SALENTO - 2014 DSCN0362
Sasso del Salento (2014)

La sua bella mostra “Follie barocche”, appena inaugurata presso l’ex Monastero degli Olivetani a Lecce, completa il percorso espositivo e didattico del progetto “Sull’arte contemporanea: metodologia e ricerca nei luoghi dell’Università” (13 artisti per 7 mostre, tra personali, interventi installativi o esposizioni collettive tematiche) allestite all’interno dei più affascinanti spazi accademici e organizzate dall’Università del Salento; l’ideazione e il coordinamento del progetto è di Letizia Gaeta, delegata del Rettore alla Conoscenza, e la cura scientifica è invece affidata a Massimo Guastella, docente di Storia dell’arte contemporanea.

Sava, Follie barocche, 1
Follie barocche

Con forti motivazioni sul piano dell’impegno civile e culturale, Sava incentra il suo lavoro nella considerazione di una bellezza della natura insidiata ed offesa da una indifferenza estremamente e sempre più diffusa nella società contemporanea, che invece ne causa il degrado e l’abbandono. In un intreccio inestricabile, nell’animo e nella ricerca artistica dello scultore salentino, tra urgenza “estetica” e passione “etica”, la sua attenzione al paesaggio meraviglioso della sua terra, come scrive Guastella, “si traduce in una sorta di primitivo animismo lo porta ad assegnare a immagini simboliche la messa in scena della natura”: con il suo suggestivo intervento scultoreo e installativo in una delle perle del barocco leccese, Sava esalta la maestosità dell’edificio con le sue “provocazioni”, tanto più quanto possano apparire dirompenti, ponendosi anche come momento di denuncia di interventi di restauro non sempre adeguati che non sempre tengono conto del necessario rispetto dei materiali.
Michele De Luca

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