Le facce della musica italiana, cento foto di Giovanni Gastel al Palazzo del Governatore di Parma da un progetto di “Rolling Stone”

Giovanni Gastel, Vasco Rossi

Cento scatti per raccontare la musica italiana: è questo l’audace progetto intrapreso da Rolling Stone insieme al fotografo Giovanni Gastel (Milano il 27 dicembre 1955), uno dei più celebri ritrattisti italiani nel mondo, alla fine del 2014. Ecco come è nato il progetto delle 100 facce della musica italiana. La storia del numero speciale di Rolling Stone uscito a febbraio 2015 è stata poi trasformata in una mostra allestita al Palazzo del Governatore di Parma. I Verdena insieme alla Vanoni, Fabri Fibra con la Nannini, Cesare Cremonini, Francesco De Gregori, Paolo Conte, Eugenio Finardi, Morgan, Luciano Ligabue, Lorenzo Jovanotti, Litfiba, Marco Mengoni, Subsonica, Negramaro e Vasco Rossi. Una selezione dei volti più influenti della musica italiana – dalle popstar alle case discografiche, dagli organizzatori di eventi live agli executives della digital music. Cento ritratti d’autore firmati Giovanni Gastel hanno l’obiettivo di raccontare la musica italiana attraverso la mostra “Le 100 facce della musica italiana”: un progetto ideato e realizzato dal team di Rolling Stone, punto di riferimento della pop culture contemporanea, con la produzione esecutiva di Ankamoki, con il patrocinio e la co-organizzazione del Comune di Parma.

Giovanni Gastel, Jovanotti

Riflessi, sguardi decisi, cicatrici importanti e sorrisi luminosi, sinceri, la semplicità di un gesto, il lavoro di Gastel racconta ed esprime l’anima e la personalità di ognuno dei personaggi immortalati: dalla popstar al rapper, dal discografico al gruppo rock, 100 ritratti che compongono il mappamondo artistico e definitivo della musica del nostro paese. Quello di Rolling Stone con Giovanni Gastel non è un semplice progetto fotografico ma un vero e proprio atto di amore per la musica italiana, i volti e il suono di un paese meraviglioso come non si è mai visto. “Dicono che Dioniso girasse per il mondo con un festante carriaggio di musici e cantori in una gioiosa e un po’ ebbra pantomima di invasione del mondo. Ecco, quando la musica italiana è entrata nel mio studio e io ho aperto la porta a quella sorridente brigata di artisti e personaggi, ho subito pensato che Dioniso fosse infine arrivato a invadere anche me. E forse così è stato! La musica è entrata sorridendo e con una quantità di personalità forti e diverse tra loro” racconta Giovanni Gastel dell’esperienza con il mensile.

Giovanni Gastel, Elisa

Gli fa eco Luciano Bernardini de Pace, editore di Rolling Stone Italia, “100 è un numero grande ma può essere piccolo, quanto è un limite che ti poni. Questi sono i nostri primi cento di una storia che vogliamo non finisca più. Abbiamo certamente lasciato fuori qualcuno, qualcun altro non ci ha potuto raggiungere, ma noi vogliamo (e speriamo) che tutta la musica italiana si senta rappresentata da questi cento volti – chi la fa, chi la ascolta, chi sta sul palco e chi lavora dietro le quinte”.

Giovanni Gastel, Paolo Conte

La mostra si avvale della supervisione di Denis Curti che racconta come la produzione non sia stata semplicissima considerando anche i tempi assai ristretti di realizzazione. “Gastel ha voluto riprendere tutti i suoi 100 soggetti in studio. Ha voluto guardarli negli occhi, parlare con loro ed essere certo che la sua luce a led, progettata per l’occasione, riflettesse negli occhi di ognuno. Ha voluto un segno distintivo e coerente. Ha voluto raccogliere i pensieri sparsi. I sorrisi precari. Ha cercato la fascinazione nella curiosità degli sguardi. E quella luce, alla fine, è diventata la doppia firma di questi ritratti. Le sue fotografie riescono a varcare quell’invisibile linea di confidenza, d’intimità, che appartiene a ognuno di noi. Oltre quella soglia lo sguardo si fa soggetto.

È il punctum di Roland Barthes e allora, non conta più il concetto di verità, le storie si reggono grazie al linguaggio degli affetti di cui Gastel si fa maestro, diretto e sincero. Poi, la passione si trasforma in competenza. Gastel è come un funambolo. E lo shooting fotografico diventa un viaggio, ma con il biglietto di sola andata. Ciò che conta qui è il percorso fatto insieme, non la meta. Dentro quegli spostamenti, dentro quei sentimenti, dentro le sue inquadrature, anche quelle più chiuse, c’è sempre uno spazio aperto: è la sua, e degli altri, disponibilità al dialogo. Ed è cosi che, in questo caleidoscopico ritratto collettivo, Gastel ha raccolto le tipologie umane più varie. Eliminato il fattore della casualità, resta la quantità umana di cui siamo capaci e che qui viene rappresentata con forza e lucidità”.

La mostra si pone come obiettivo quello di sottolineare il forte legame del territorio con la musica in tutte le sue forme d’espressione: a pochi passi dal Teatro Regio, dalla Casa della Musica, dalla Casa del Suono e dalla Casa natale di Arturo Toscanini Palazzo del Governatore offrirà infatti un’interpretazione visiva degli artisti che hanno segnato il panorama musicale contemporaneo.

Rita Springhetti

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