
Il viaggio è per Simone Zaccarella un’esigenza, un necessario input per poter lavorare all’elaborazione e alla realizzazione di opere in pittura e in ceramica. Un duplice filone creativo caratterizza il suo stare nel mondo dell’Arte con uno specifico stile e con una precisa motivazione / filosofia o pensiero. Allora il viaggio. E’ quello fisico dell’andare in luoghi lontani e diversi culturalmente e paesaggisticamente: il Giappone (paese da cui si origina la tecnica raku, scelta per i lavori in ceramica e nel quale le sue opere sono conosciute ed apprezzate), l’Australia, la Germania, la Spagna, la Polonia, il Marocco, la Turchia, la Svezia, ma è anche quello intellettivo e di ricerca che avviene nel cosmo interiore dell’artista analizzando e cercando i perché arcani, nascosti nei misteri dell’universo.
Una continua attività espressiva accompagna il suo iter creativo che lo porta a rielaborare temi amati, i luoghi del mondo e la loro interiore energia che dialoga con quella stessa del ceramista / pittore in un incessante procedere che è di pari passo precisazione e conoscenza ulteriore. In questa mostra collettiva dal nome L’espressionismo nell’arte curata dal professor Giorgio Palumbi, con inaugurazione il 3 dicembre presso il Museo Fondazione Crocetti in Roma, l’artista espone opere in ceramica nelle quali la geometria predominante di linee circolari, concentriche, di ellittiche che si intersecano, i colori scelti, la forma voluta sono mezzo di espressività che rendono riconoscibili i suoi lavori. Microcosmo/ macrocosmo, caos/ ordine, complessità/ semplificazione, visione / concretezza, assonanze/ dissonanze sono gli ossimori tramite i quali Simone Zaccarella esprime la sua creativa analisi e decifrazione di armonia/ bellezza che diviene il miraggio stesso della ricerca perché non sia mai completamente raggiunto o conquistato ma esso stesso diventa mezzo per ampliare/ arricchire lo spirito che vuol abbracciare e comprendere il più possibile il cosmo. E se il viaggio è il momento indispensabile, l’incipit che dà il via all’ispirazione, è poi il ritorno in terra di Molise il luogo della rielaborazione creativa tra paesaggi solitari e silenziosi carichi di storie, di segni antichi e di borghi con castelli arroccati su colli dove, per dirla con parole di David Lawrence, la bellezza riveste ogni cosa”.